09 dicembre 2010

Se fuori piovesse

Vagava per la sala, aggrappato alla parete per non cadere. 

Le cameriere gli sfrecciavano a fianco tirando dritto con indifferenza e lui sorrideva ad ognuna.

Fece tutto il giro della sala così, nella più completa indifferenza, strisciando nell'ombra.

Quando si avvicinò al mio tavolo, mi chiese se poteva sedersi.

- Sto aspettando il mio fidanzato.

- Ci sono altre sedie dove può sedersi.

E senza aspettare una risposta prese posto di fronte a me lasciandosi cadere sulla panca.

La gamba sinistra dritta come un palo andò a sbattere contro una sedia, facendo un fracasso micidiale.

Tutta la sala ci puntò gli occhi addosso.

Ogni morso che davo al mio panino era controllato da occhiate fulminee che controllavano ogni mio respiro e battito di ciglia. 

Girava la testa a destra e a sinistra, cercando nell'aria qualche cosa da dire, qualsiasi cosa, e quando la trovò, aprì la bocca, alzò la mano e parlò:

-I ragazzi sono cattivi. 

Pausa

- Lasciano le signorine da sole e arrivano in ritardo. 

Pausa, di nuovo.

- Io queste cose non le faccio, io sono buono.

Non mi guardava ma dietro agli occhiali a fondo di bottiglia i suoi occhi piccoli brillavano e si perdevano nell'eco delle sue parole.

La testa leggermente inclinata sulla destra. 

- Se fuori piovesse. . .

Un'ombra imponente piombò sul tavolo.

- Il signore è con lei?

L'ombra parlò con la stessa fermezza e imponenza con la quale era arrivata. 

"Si il signore è con me"

- No.

Dissi solo questo.

- Mi dispiace signore, ma devo accompagnarla all'uscita.

- Cercavo solo un poco di compagnia.

- Credo che la signorina oggi stia bene così.

"Che ne sai tu, energumeno senza grazia, di come sto io oggi?"

Si girò sulla sedia, appoggiandosi sullo schienale e facendo leva sul tavolo si alzò a fatica zoppicando verso l'uscita accompagnato dal direttore, trascinandosi dietro la sua gamba malata. 

Si perse nella folla della stazione, solo.


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