03 maggio 2011

Questione di un attimo

Bruscamente la luce si incupisce, le ombre diventano velate e fulmini sfavillanti accecano lo sguardo. Conto i secondi per capire a quanti chilometri é caduta quell'invisibile saetta scoccata dal cielo. Nell'attesa tutto tace, mentre dense nubi violacee oberate di pioggia incombono sulla testa dei passanti e tuoni rimbombanti sgusciano tra i vicoli. Solo impavidi passeri solitari sfidano la natura cinguettando tra i rami degli alberi. È questione di un momento e la fragilità di quei nuvoloni si fracassa in piccole stille che invadono ogni angolo. Ci si ripara dove é possibile: un portone lasciato miracolosamente aperto o una cabina telefonica. Ogni riparo é casa. Le scrosciate piombano pesanti a intervalli irregolari sino a raggiungere il culmine di questo sfogo olimpico. Le gocce crollano impazzite sulla terra, il fracasso é bestiale e non si riesce a sentire i propri pensieri. Solo una riflessione grida con più forza del diluvio: non ho ritirato le mutande stese. E poi, con la stessa rapidità con cui é arrivato, se ne va lasciando dietro di se solo silenzio e pozzanghere mentre un'ambulanza passa lontana.